69

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1968, USA, 16mm, colore, sonoro, 5 min.

Il prossimo film di Breer, 69, affronta direttamente le illusioni della profondità e raggiunge i suoi effetti di colore riducendo quasi completamente il film in bianco e nero. Lo sfondo delle figure è di nuovo bianco, tranne quando il film lentamente sfuma verso il grigio scuro o l’intera superficie tinta di blu. Contro questo biancore le figure abbozzate di una colonna esagonale, una ruota, un’asse ed una porta sono scaraventate sullo schermo da una direzione assiale laterale e si muovono nello spazio cubico in profondità. La colonna, che è la prima ed il passo di regolazione della forma, taglia dal bordo in basso a sinistra del fotogramma e scompare in profondità come se affettasse il nostro campo visivo con una sezione del suo movimento circolare. La porta sembra oscillare verso l’interno da una base nella parte inferiore dello schermo. L’asse si sposta come la colonna, ma verso l’esterno, incardinata in basso a destra, e la ruota sola attraversa lo schermo orizzontalmente senza affiorare o allontanarsi in profondità. Il film ricava il suo ritmo maggiore dal passo regolare di questi quattro movimenti periodici. In un primo momento sono intercalati in diverse combinazioni. Nel loro momento più intenso, tutti e quattro sfarfallano insieme con un fotogramma a testa.

P. Adams Sitney from Visionary Film, Oxford University Press, pg. 282