The Hand Eye (Bone Ghosts)

The Hand Eye (Bone Ghosts)

2012, Germania, 16mm, b/n, sonoro, 7min.

Nella Vienna di inizio del XX secolo, Robert Musil invitò Sigmund Freud a partecipare a ciò che chiamò “una seduta spiritica davvero speciale”. Seduto al tavolo Musil rivelò che stavano per invocare il fantasma di Franz Anton Mesmer, scopritore del magnetismo animale e progenitore dell’ipnosi. Musil disse a Freud di una serie di sogni che aveva avuto che coinvolgevano una pulce parlante. Musil, che era diventato segretamente un seguace della scuola immaginativa del magnetismo animale, voleva interrogare Mesmer sul significato di questi sogni, in cui la pulce parlante preannunciava catastrofi imminenti in tutta Europa. Si dice che Mesmer sia apparso cortesemente e abbia parlato in modo monotono e obliquo. Le parole di Mesmer furono trascritte da Freud in diversi frammenti cartacei e nascosti separatamente in una serie di oggetti che, a causa delle vicende della storia, finirono nelle collezioni di tre musei Viennesi. La leggenda vuole che colui/colei che potrà mettere insieme il testo, troverà le istruzioni per assemblare un film.

Abbiamo visitato questi musei e, impossibilitati a liberare gli oggetti dalle loro prigioni di vetro, abbiamo fatto un tentativo di ricostruire il film, sperando che la forza magnetica all’interno degli oggetti si sarebbe trasferita ai cristalli di alogenuro d’argento del film, permettendoci di dare un senso della singola testimonianza scritta che resta della seduta spiritica. Nel suo diario come unica voce per quella data, Eugenie Schwarzwald, l’unica altra partecipante conosciuta, ha scritto: “un’illustre pulce ipnotizza il fantasma di un uomo eminente”.

“Una pulce raffinata ipnotizza il fantasma di un uomo distinto” è il trampolino per questo laconico cut up in stile gotico Burroughsiano. In parte flicker film, in parte un nastro di terapia regressiva, questo cortometraggio sperimentale invita lo spettatore in un vortice ultraterreno che coinvolge le invocazioni di Freud e Mesmer in “una seduta spiritica molto speciale”. Dal 2010 Dornieden e Gonzales hanno lavorato insieme con il soprannome di OJOBOCA. Insieme praticano lo Horrorism, un metodo simulato di trasformazione interiore ed esteriore. Il loro lavoro comprende films, performance, installazioni e workshops.