Mothlight

Mothlight
Mothlight

1963, 16 mm, colore, no sonoro, 3 min.

La più interessante esplorazione sugli effetti della luce nel suo passaggio attraverso materiali grezzi, fu generata in risposta ad una situazione economica disagiata di Brakhage. Quando non aveva i soldi per comprare le pellicole, concepì l'idea di fare un film utilizzando materiale naturale attraverso il quale far passare la luce... Brakhage raccolse falene morte, fiori, foglie e semi; dopodiché li mise tra due strati di mylar da montaggio, ottenendo così una striscia sottile e trasparente da 16 mm di celluloide dotata di fori di trascinamento ed incollata su di un lato: così realizzò 'Moothlight' (1963), "Come se una falena vedesse la nascita in nero e la morte in bianco".
La luce, passando attraverso i fiori e le ali della falena, piuttosto che riflettersi, rivela un intreccio di venature e strutture reticolari, allo stesso tempo affascinanti e terrificanti, sostituendo il senso di profondità nel film con un'elevata complessità distribuita nel piano, con flash di luce all'estrema velocità propria, quasi, di un oggetto naturale, a ciascun fotogramma del film di tre minuti.
Il titolo originale di questa visione lirica, quando il "fabbricatore di film" cominciò a costruirlo, era Dead Spring. Conforme a quel titolo iniziale, ma inferiore, il film incarna il senso dell'indomabile divisione tra la coscienza e la natura che, contemporaneamente, stava prendendo una forma narrativa nel poema epico di Brakhage 'Dogstar Man'. La struttura di 'Mothlight', come Brakhage osserva in un'importante lettera a Robert Kelly, in "Respond Dance", il capitolo finale di "Metaphors on Vision", è costruita intorno a tre giri di danza e una coda. Tre volte i materiali delle falene e dei fiori sono presentati sullo schermo; guadagnano velocità come in un volo incontrollato, e si avviano verso la calma e la separazione. Poi nella coda una serie di esplosioni di ali di falene, insieme a passaggi di bianco vanno man mano diminuendo ( l'intero film ha un fondo prevalentemente bianco dal momento che raramente le ali ed i fiori riempiono l'intero schermo). La penultima esplosione raggiunge la grandiosità della prima della serie, ma si tratta di un ultimo respiro, ed una sola ala, dopo il più lungo dei passaggi di bianco, conclude il film.

P. Adams Sitney, Visionary Film
Oxford, Oxford University Press, 1979